La grande guerra Stampa E-mail

La Grande Guerra, i diari raccontano" è un progetto senza precedenti. Nasce sul finire del 2013 dalla collaborazione tra l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e il Gruppo L’Espresso (quotidiani Finegil e L’Espresso), due eccellenze italiane che operano nel campo della conservazione della memoria e dell’editoria che, in occasione del Centenario dallo scoppio della Prima guerra mondiale, hanno unito le forze per offrire al pubblico un’opportunità unica.

Dal giugno 2014, da casa, semplicemente accendendo il computer chiunque può immergersi nell’esperienza di vita, e bellica, che centinaia tra uomini e donne hanno affrontato nel 1914-1918. Alcune tra le più belle testimonianze autobiografiche che l’Archivio dei Diari ha raccolto negli ultimi 30 anni sono state scelte e selezionate per questo progetto: al momento della pubblicazione online avvenuto il 12 giugno, erano presenti circa 150 autori per un totale di oltre 1.000 brani selezionati (cifre che cresceranno di giorno in giorno, il progetto è aperto e sarà implementato).

Si tratta di un campione veramente emblematico dell’intero Paese entrato in guerra: i diari, le memorie e gli epistolari appartengono infatti a italiani e italiane provenienti da tutte le regioni della Penisola, sono rappresentativi di tutti i ceti sociali e dei gradi gerarchici presenti nell’esercito. I soldati che rappresentano la colonna portante del progetto, hanno combattuto su tutti i fronti nei quali l’Italia è stata protagonista, dal Carso, all’Isonzo al fronte alpino, fino alla Macedonia e all’Albania, senza contare i cittadini nati nei territori irredenti schierati sotto la bandiera asburgica sul fronte Orientale, e quelli che hanno riempito i ranghi della Legione Redenta schierata in Siberia.

Partendo da una profonda conoscenza dei contenuti del fondo inedito “Guerra Mondiale 1914-18” dell’Archivio Diaristico Nazionale (oltre 350 documenti per uno sviluppo di circa 40.800 carte) un gruppo di ricerca formato da esperti dell’Archivio e dell’Espresso ha individuato un elenco di “temi” tra quelli che hanno connotato la vita di soldati e civili negli anni del conflitto bellico. L’elemento militare, anche in risposta al maggior numero di scritture autobiografiche pertinenti, è ovviamente preponderante. I temi selezionati vanno dalle condizioni di vita materiali imposte dalla guerra di trincea (la fame o il freddo solo per citare degli esempi) ad aspetti legati alla sfera emotiva di chia ha combattuto (la paura o l’odio) ad aspetti più strettamente legati alla dinamica bellica (il combattimento o il bombardamento). Queste parole chiave, individuate prima o durante la lettura dei documenti inediti, sono servite come elemento selettivo per la scelta dei brani poi estrapolati dai documenti: parti di diari, memorie o lettere lunghe all’incirca come un articolo di giornale o poco più sono state selezionate in base ai criteri stabiliti, laddove rispondevano a una o più parole chiave tra quelle stabilite.
I brani selezionati sono stati titolati giornalisticamente, introdotti laddove necessario, linkati a pagine di approfondimento storico o tematico quando possibile, geolocalizzati uno per uno per far sì che ogni singolo avvenimento raccontato fosse rintracciabile su una mappa geografica, navigabile nella hompepage del sito. Infine i brani scelti sono stati arricchiti di fotografie delle testimonianze originali e di scatti in parte inediti e provenienti dal fondo di Pieve Santo Stefano. Attraverso le parole chiave, i luoghi geografici e la cronologia degli eventi le testimonianze sono state collegate tra loro. In questo modo, chiunque si connetterà al sito espressonline.it/grandeguerra/ potrà costruire il proprio, esclusivo percorso di scoperta e conoscenza della Prima guerra mondiale raccontata dai testimoni diretti, da persone comuni che in qualità di soldati o civili hanno vissuto sulla propria pelle uno degli eventi più rilevanti del Novecento, testimoniandolo.

La Grande Guerra, i diari raccontano” si profila come un nuovo punto di incontro tra archivistica e giornalismo, un prodotto editoriale e culturale estremamente divulgativo che, per come è stato concepito, può avvicinare un pubblico nuovo alla fruizione di contenuti inediti, proponendo un apprendimento degli avvenimenti storici alla portata di chiunque e ovunque. Per realizzare questo progetto bello e innovativo, che il direttore scientifico della Fondazione, Camillo Brezzi, presenta nell’editoriale “Il valore di un diario” sono stati determinanti i molti diaristi e gli eredi dei diaristi che hanno depositato le testimonianze proprie o dei propri avi, a partire dal 1984 fino a oggi. A tutte queste persone l’Archivio esprime profonda gratitudine e riconoscenza: è solo grazie alla loro scelta che in trent’anni è stato accumulato un grande patrimonio di vitale importanza per la memoria individuale e collettiva, che “La Grande Guerra, i diari raccontano” si propone di restituire alla collettività. 

Aver intrapreso e portato a termine questa avvincente impresa ha permesso all’Archivio diaristico nazionale di conoscere e apprezzare umanamente e professionalmente una persona, il giornalista del Gruppo L’Espresso Pier Vittorio Buffa, che ha offerto un impulso vitale all’ideazione e alla realizzazione del progetto, mostrando al contempo un interesse e un’attenzione per il lavoro svolto dall’Archivio di Pieve che lascia presagire lo sviluppo di nuove e affascinanti collaborazioni. A lui, al direttore editoriale dei 18 quotidiani locali del gruppo Espresso Luigi Vicinanza, al direttore dell’Espresso Bruno Manfellotto, ai direttori generali di Finegil Editoriale e L'Espresso Marco Moroni e Corrado Corradi e al direttore generale della divisione digitale del Gruppo Pier Paolo Cervi, l’Archivio diaristico nazionale rivolge un sentito ringraziamento: solo grazie alla loro volontà, alle risorse e alle competenze dispiegate da un gruppo editoriale che mostra grande attenzione al tema della conservazione della memoria, un sogno coltivato per anni è divenuto realtà.
Un’ultima menzione e un grande ringraziamento lo dedichiamo a personale, collaboratori e volontari dell’Archivio diaristico, in particolare a Nicola Maranesi che ha curato con Pier Vittorio Buffa la realizzazione del progetto. Tutti hanno lavorato con autentica passione e siamo certi che il prodotto finale la restituisca.blanck space

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