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Premio Pieve 2015


Cosa significa ComMemoriAmo 70-100? ComMemoriAmo 70-100 è una formula. Una formula che racchiude la filosofia di vita dell’Archivio dei diari e i temi di fondo del Premio Pieve 2015. C’è dentro l’amore sterminato che da oltre 30 anni nutriamo per la memoria collettiva e individuale dell’Italia e degli italiani, che quest’anno si è fuso con due anniversari che richiamano pagine drammatiche e fondative della nostra storia. Pochi mesi fa, il 25 aprile 2015, abbiamo celebrato i 70 anni trascorsi dalla Liberazione dal nazifascismo e l’epilogo della Seconda guerra mondiale. Un mese dopo, il 24 maggio, abbiamo commemorato l’ingresso del nostro Paese nella Prima guerra mondiale e la partenza di milioni di soldati per il fronte. 
In tutti e due i casi il nostro pensiero è andato alle generazioni di uomini e donne, spesso molto giovani, che hanno dovuto fare i conti precocemente e ingiustamente con il dolore e con la morte. In questi mesi abbiamo dato fondo a tutte le nostre energie per restituire alla comunità le loro voci, le loro testimonianze, le lezioni di vita che ci hanno affidato attraverso le scritture autobiografiche depositate in Archivio. Il nostro obiettivo non è mai stato solamente, e non sarà mai, quello di ricordare con rispetto e riconoscenza chi ci ha preceduto, chi ha affrontato sacrifici estremi per ottenere, e lasciarci, un mondo migliore. 
Il nostro obiettivo è anche, e sarà sempre, quello di fare da tramite tra le generazioni del passato e quelle del presente, per far giungere ai ragazzi di oggi gli spunti di vita dei ragazzi di allora, agli adulti di oggi gli stimoli degli adulti di allora, agli anziani di oggi i consigli degli anziani di allora. Per fare in modo che ragazzi, adulti e anziani di ieri e di oggi dialoghino tra di loro e condividano le reciproche esperienze, utilizzando il linguaggio universale del vissuto, delle emozioni e dei sentimenti. 
In quest’ultimo anno, misurandoci con gli anniversari che ci apprestavamo a commemorare, ci siamo posti molte domande. Ci siamo chiesti quale differenza ci fosse tra lo sguardo di un ragazzo nato negli anni ’90 dell’’800, osservato alla vigilia della Prima guerra mondiale, quello di un altro ragazzo nato negli anni ’20 del ‘900, osservato alla vigilia della Seconda guerra mondiale, e quello di un ragazzo nato negli anni ’90 dello stesso secolo, osservato oggi. Ci siamo domandati quanto diverse fossero le speranze e le paure racchiuse nel cuore del primo, del secondo e del terzo. Ci siamo interrogati sulle distanze che intercorrono nelle rappresentazioni di sé e nei racconti autobiografici degli uni e degli altri. Abbiamo scoperto che non ci sono distanze, che non esistono diversità e differenze. Guardatevi intorno, ascoltate lo storytelling di chi c’era e di chi c’è, esprimete opinioni e ponete domande e ne avrete conferma.

Benvenuti al Premio Pieve 2015. 

Il programma della 31^ edizione:  

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