premi speciali 2017 Stampa E-mail

domenica 17 settembre
ore 9.30
Piazzetta delle Oche

Premio speciale "Giuseppe Bartolomei"
attribuito dalla Commissione di lettura, ex aequo

 

Edgardo, Emilio Eventi e Pia Raymondi "Effetto 8 settembre"
diario e lettere 1943-1945

L'armistizio dell'8 settembre 1943, gli effetti sulla vita delle famiglie italiane. Una storia emblematica raccontata attraverso un epistolario scritto a sei mani. Quelle di Emilio Eventi, civile che per timore dei rastrellamenti si consegna ai tedeschi a Boscotrecase, Napoli, e viene deportato in Germania ai lavori forzati. Quelle della moglie Pia e del padre di Emilio, Edgardo, residente a Genova. Pia, perse le tracce del marito, scrive lettere pur sapendo che non arriveranno mai al destinatario. Sfoga così il dolore per le piccole difficoltà e le immense tragedie che deve affrontare da sola. Come la perdita di un figlio appena partorito. 28.11.1943 Emilio mio. Scriverò un'altra pagina nera in questo quaderno e voglia Iddio sia l'ultima. Il bambino mentre stava tanto bellino ha fatto un cambiamento improvviso. Doveva avere un difetto al cuore perché in alcuni punti del corpo era un po' blu. Ieri sera zitto zitto è andato via da quest'odiosa terra. Col passare del tempo Emilio riesce ad attivare sporadiche comunicazioni con il padre, che fa da tramite con Pia e da filtro sulle precarie condizioni di vita e di salute del marito. I due riusciranno a riunirsi solo nell'agosto del 1945.

 

Olga Mefalopulos
"La giovane prigioniera greca"
diario 1942-1943

Una pagina di storia nascosta, di violenza non acuta ma profonda, di privazione della libertà, della normalità. Delle radici. È quella che racconta nei suoi diari Olga Mefalopulos, una ragazza di 16 anni nel 1942, nata a Tripoli in Libia in una famiglia di origine greca. La Libia, colonia italiana che nel 1942 è terreno di conquista delle truppe Alleate in azione nel Nord Africa. La Grecia, che nel 1942 è sotto l'occupazione italiana. Due fattori che determinano la scelta del regime fascista di internare, in Italia, i civili greci residenti sul suolo libico. In 120 vengono destinati al più grande campo di concentramento costruito nella Penisola, quello di Ferramonti di Tarsia in provincia di Cosenza. La reclusione provoca sofferenze, ma Olga riesce a costruirsi una quotidianità apparentemente normale, fatta di amicizie e amori, di giochi e vita familiare. Altrettanto avviene nelle successive località dove viene trasferita con la famiglia, sempre sotto sorveglianza, a Chieti e Guardiagrele in Abruzzo. Fino alla svolta dell'8 settembre 1943, che Olga accoglie con tripudio. Son state dettate le clausole che determinano l'armistizio: Liberazione dei prigionieri e degli internati! Siamo liberi! Non più controllati, non più comandati, non più ostacolati ma liberi, liberi, liberi! Come per tutta l'Italia, la vera libertà arriverà molto tempo dopo, non prima di aver vissuto i bombardamenti alleati, e lo sfollamento verso le montagne abruzzesi.

 

 

Premio per il miglior manoscritto originale
attribuito dall'Archivio diaristico

Francesca Cogni
"Transiberiana e non solo"
diario 2004

Un viaggio lungo 44 giorni, dal luglio al settembre 2004. Partenza da Tallinn in Estonia, arrivo a Hong Kong in Cina. Sulla rotta Francesca, filmaker e artista, autrice di un "diario di bordo" bello da leggere e da vedere, un lunghissimo rotolo di carta trasformato in grandi pagine ripiegate, fitte di scrittura, disegni, colori, umori. Protagonista di buona parte dell'itinerario è la storica Transiberiana, la ferrovia più lunga del mondo, costruita a cavallo tra Ottocento e Novecento, per unire la Russia europea e asiatica attraverso le sterminate steppe dell'entroterra continentale. Il treno è davvero come ce lo si immagina, alla Orient Express, elegante, pulito, 4 letti, velluto rosso, un tavolino con un vaso di fiori. Si balla come con mare forza 9. Di tappa in tappa, Francesca annota impressioni e vissuto di un viaggio lento, masticato al ritmo di locomotiva, che lascia il tempo di riflettere e scrivere, di sé e dei compagni di avventura, del cibo e dell'arte di cui si nutre per strada, delle canzoni cantate a squarciagola nelle notti conviviali. Ci allontaniamo dalla città, dal caos di Mosca per immergerci nella natura, per andare verso oriente. Non riesco ancora a pensare a quello che stiamo facendo. Per ora preferisco descriverlo, annotare spunti, guardare fuori dal finestrino. Le bellezze naturali della Siberia, il fascino della Mongolia, e dopo 35 giorni l'addio alle rotaie della Transiberiana. Ma il viaggio prosegue. Pechino ci accoglie nebbiosa, il bus attraversa la muraglia e sembra una vecchia stampa cinese, le nuvole basse e tratti di mura che si intravedono. Fino all'aereo di ritorno, via Dubai, a Milano. "Don't forget to mention me" allora lo scrivo.

 

Il programma della 33^ edizione:  

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